L’allergia al peperone è una reazione immunitaria anomala ai peperoni e ai prodotti che li contengono. Si stima che circa il 2-3% della popolazione ne soffra, soprattutto bambini e giovani adulti. I sintomi più comuni sono prurito, gonfiore delle labbra e della lingua, nausea, crampi addominali, diarrea, difficoltà respiratorie e, nei casi più gravi, shock anafilattico.
Le cause non sono ancora del tutto chiare ma sembrano coinvolti alcuni fattori genetici e immunologici. La diagnosi si basa sulla storia clinica del paziente e test cutanei o sierologici. Esistono diversi trattamenti: evitare il consumo di peperoni, farmaci antistaminici e adrenalina autoiniettabile in caso di reazioni severe.
È importante seguire una dieta priva di allergeni e portare sempre con sé i farmaci salvavita. Con le dovute precauzioni, si può condurre una vita normale anche con questa allergia alimentare.
Le cause dell’allergia ai peperoni
L’allergia ai peperoni è causata da una reazione anomala del sistema immunitario verso alcune proteine contenute in questi ortaggi. Le persone con predisposizione alle allergie alimentari possono manifestare sintomi anche solo mangiando o toccando i peperoni.
I peperoni fanno parte della famiglia delle Solanacee, un gruppo di piante che comprende oltre 2.000 specie, molte delle quali di uso comune nell’alimentazione umana come pomodori, patate e melanzane.
All’interno dei peperoni sono state identificate alcune proteine allergeniche, denominate profilina, polipeptidi lipidici di trasferimento (LTP) e beta-fruttosidasi, che possono scatenare reazioni allergiche in soggetti geneticamente predisposti.
Queste proteine allergeniche sono comuni anche ad altri vegetali della famiglia delle Solanacee, per questo motivo si parla di allergie crociate: chi è allergico ai peperoni può manifestare sintomi simili anche consumando pomodori, melanzane o patate.
L’allergia non è causata dalle Solanacee in sé, che sono un gruppo di piante, ma dalle specifiche sostanze allergeniche in esse contenute, verso cui il sistema immunitario di alcune persone reagisce in modo anomalo, scatenando i tipici sintomi di un’allergia alimentare.
Solanacee e patologie autoimmuni: perché limitarne il consumo
Le solanacee, come patate, pomodori e peperoni, contengono sostanze come solanina, chaconina e solanidina che possono avere effetti negativi sul sistema digestivo e nervoso. Per questo il loro consumo va limitato in caso di patologie autoimmuni.
Questi composti agiscono a livello intestinale, danneggiando la barriera e aumentando la permeabilità (leaky gut), una condizione già presente in molte malattie autoimmuni. Esacerbare questo problema attraverso l’assunzione di solanacee non è dunque consigliabile.
Inoltre bloccano la trasmissione degli impulsi fra neuroni, con possibili effetti a livello di vomito, dolori addominali, cefalea, vertigini e confusione mentale se assunte in dosi elevate.
Anche a basse dosi prolungate nel tempo, le solanacee possono avere conseguenze negative, ad esempio destabilizzando il metabolismo del calcio, con deposito di quest’ultimo a livello di articolazioni e tessuti molli, che può aggravare dolori articolari e patologie come artrite e artrosi.
Per tutti questi motivi, nei soggetti con malattie autoimmuni che predispongono a problematiche intestinali e articolari, è raccomandabile limitare o evitare il consumo di solanacee, nell’ottica di non peggiorare quadri clinici spesso già complessi.
Allergia ai peperoni: come ottenere una diagnosi e intraprendere le cure
Se sospetti di soffrire di allergia ai peperoni, il primo passo è rivolgerti ad un allergologo o medico specialista per ottenere una diagnosi certa.
Attraverso test cutanei, analisi del sangue ed accurata anamnesi, lo specialista potrà confermare la presenza dell’allergia e il grado di severità. Questo permetterà di stilare un piano di trattamento personalizzato.
La terapia si basa principalmente sull’eliminazione totale dei peperoni e di tutti i prodotti che li contengono, per prevenire l’insorgenza dei sintomi. Inoltre possono essere prescritti farmaci antistaminici o cortisonici per tenere sotto controllo eventuali reazioni allergiche accidentali.
È fondamentale seguire con attenzione la dieta e le cure indicate dal medico, portare sempre con sè i farmaci di emergenza come adrenalina autoiniettabile, ed evitare l’esposizione non intenzionale all’allergene, per gestire al meglio questa sensibilità alimentare.
Come eliminare la solanina dai peperoni?
La solanina è una sostanza contenuta in patate, pomodori, peperoni e altre solanacee. Ha la caratteristica di essere scarsamente solubile in acqua e di non degradarsi con la normale cottura casalinga, dato che per eliminarla completamente servirebbero temperature superiori ai 243°C.
La solanina è termoresistente, quindi lessare o cuocere le verdure non basta a farla scomparire. La frittura, che raggiunge circa 170°C, può ridurne parzialmente la concentrazione ma non eliminarla del tutto.
L’unico modo per abbattere drasticamente i livelli di solanina è la cottura spinta a temperature molto elevate, come avviene con processi industriali come la sterilizzazione. In casa è difficile eliminarla, quindi per chi è sensibile è meglio evitare proprio il consumo di solanacee.
Un consiglio è acquistare patate e ortaggi non germogliati, controllarne lo stato di conservazione ed eliminare le parti verdi o le bucce prima della cottura, poiché la solanina si concentra soprattutto in queste parti. In ogni caso è bene non eccedere con le quantità per limitare l’assunzione complessiva.
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