Carri miscelatori: il razionamento dei bovini da latte

Carri miscelatori: il razionamento dei bovini da latte

L’Unifeed (Unique feed, ovvero “piatto unico“) rappresenta oggi in molti allevamenti il pasto giornaliero dei bovini, e altro non è che una miscela omogenea comprendente tutti i componenti necessari ad assicurare una razione giornaliera completa dal punto di vista nutrizionale.
Per la preparazione dell’unifeed ci si affida ai carri miscelatori, macchine automatiche o semi automatiche che si occupano principalmente di:

  • Pesare i singoli componenti (mangimi, foraggi, cereali, ecc.)
  • Miscelare l’unifeed in maniera omogenea
  • distribuire l’unifeed nelle mangiatoie

I carri miscelatori esistono da più di 50 anni, quando con la nascita degli allevamenti intensivi bisognava movimentare grandi quantità di mangimi dai silos, ma all’inizio erano appunto dei semplici carri con un meccanismo per la distribuzione.
Nel tempo i carri miscelatori sono migliorati, possono essere semoventi o trainati, a seconda che siano dotati di autotrazione o meno, e il carro miscelatore moderno rappresenta un macchinario evoluto in grado di “pensare” autonomamente a come gestire al meglio l’alimentazione dei ruminanti.

La Qualità dell’unifeed

In ogni caso non bisogna lasciarsi prendere la mano e pensare che una volta acquistato e messo in funzione un carro miscelatore poi non si debba più controllare le mangiatoie, perché così non è.
I carri sono indubbiamente di grande aiuto all’interno della stalla ed ottimizzano il lavoro, ma al tempo stesso bisogna che la preparazione del pasto sia controllata in tutte le sue fasi, per far si che le razioni siano omogenee, complete, e sufficienti.

In pratica, le fasi da tenere sotto controllo sono:

  • L’ordine con cui si caricano gli alimenti
    Ad esempio, l’ideale sarebbe quello di caricare per prime le parti secche come i foraggi in rotoballe ed i mangimi secchi, poi l’acqua ed il mais trinciato solo come ultimo. Poi, dipende ovviamente dal tipo di carro che si ha a disposizione e dal tipo di trinciatura.
  • Pesatura degli alimenti
    Quando si pesano i componenti dell’unifeed bisogna essere sicuri della corretta taratura della bilancia, per evitare di comporre una miscela non idonea.
  • La miscelazione
    L’unifeed deve essere il più omogeneo possibile, per cui bisogna controllare anche visivamente che durante la miscelazione non vi siano “punti morti”, cioè punti dove i componenti si accumulano e non vengono ben miscelati. Anche i tempi di miscelazione devono essere ben monitorati e costanti.
  • La trinciatura
    Questo passaggio è molto importante, perché se la trinciatura genera foraggi troppo fini può accadere che la masticazione dei bovini non venga correttamente stimolata creando problemi alla fase di ruminazione.
  • Tempi di carico e scarico dell’unifeed
    Capita non di rado che i bovini finiscano la propria razione troppo presto e tra un passaggio e l’altro del carro miscelatore passi troppo tempo. Bisogna prestare attenzione a ridurre il più possibile questi tempi morti.
  • Qualità degli alimenti
    Muffe, umidità, cibi fermentati: a volte nei silos può accadere anche questo, e per una corretta alimentazione e salute degli animali potrebbe essere un problema. Anche i silos sono da monitorare costantemente per una corretta prassi igienica
  • Usura del carro
    I carri miscelatori con il tempo potrebbero rivelare problemi di usura in parti come lame o coclee, ed in questo caso la miscelazione potrebbe essere incompleta o richiedere tempi più lunghi, e questo va a discapito della qualità del prodotto finale.

Come si vede quindi, qui non si tratta semplicemente di “dar da mangiare all’animale”, ma di assicurarsi che i ruminanti abbiano un pasto completo, omogeneo e nella giusta abbondanza.

Tutto questo si riflette sulla salute dell’animale e di conseguenza sulla produzione di latte, per cui far si che l’unifeed sia di qualità, ben miscelato e sempre disponibile ai bovini, può far si che la produzione di latte sia migliore.
Monitorare costantemente tutte le fasi può quindi fare la differenza tra un ritorno d’investimento positivo o una perdita di denaro a causa della scarsa efficienza produttiva.

Redazione
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